Negli ultimi tre mesi sono accaduti tre
fatti (la morte di Silvio Berlusconi, l’uscita del libro dell’ex presidente
francese Nikolas Sarkozy, con la sua confessione di aver costretto, assieme
alla cancelliera tedesca Angela Merkel, Silvio Berlusconi alle dimissioni nel
2011, la morte ieri dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) perché
TUTTI i media - con qualche ovvia differenza tra quelli di destra e gli altri - rinverdissero la vulgata che Silvio Berlusconi fu punito dai
mercati finanziari e poi costretto alle dimissioni perché rifiutava di
approvare le dolorose riforme chieste dalla BCE con la famosa lettera del 5
agosto 2011, per cui il presidente Napolitano, per tranquillizzare i mercati e salvare
l’Italia dal default, in sostanza, ordì un complotto contro Berlusconi e
lo indusse alle dimissioni, per sostituirlo con il governo tecnico Monti. Il quale avrebbe fatto quelle dolorose riforme, deciso una terribile stretta fiscale e causato la crisi economica.
Com’è noto ai
lettori abituali di questo blog, si tratta di una (tripla) BUFALA, ormai diventata
mondiale, che, sulla base dei dati ufficiali, contrasto praticamente da solo da 13 anni.
Una seconda BUFALA mondiale, quasi altrettanto grande nelle dimensioni delle cifre relative (cioè fra i due governi), riguarda le pensioni. Anche in questo caso, quando è arrivato il governo Monti-Fornero, il grosso era già stato fatto dal governo Berlusconi. Ma poi è stato attribuito interamente al governo Monti-Fornero.
Una
terza BUFALA mondiale attiene agli obiettivi e ai poteri-doveri statutari della
Banca Centrale Europea.
In base alla mia
ricerca ultradecennale, ho tratto la convinzione che a conoscere bene i fatti e
soprattutto i dati di quel periodo fossimo molto meno di un centinaio di
persone su 60 milioni, inclusi gli esperti. A conoscerli, dopo l’invio delle mie lettere “circolari”, forse un
migliaio su 8 miliardi nel mondo. Eppure tutti, in primis gli esperti, si sentono in grado di parlarne con cognizione di causa e, “catturati” dalla vulgata, resistono a qualunque prova contraria.
Per rinverdire, a mia volta, la
mia opera di CONTROINFORMAZIONE, traendola dal mio saggio sulla XVI legislatura “LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE
DEL XXI SECOLO”, Premio saggistica 2021 Istituto Italiano di Cultura di Napoli, riporto la mia personale
ricostruzione, basata in grandissima parte su documenti ufficiali, delle due
BUFALE mondiali, la seconda dentro la prima, Berlusconi-Monti e Sacconi-Fornero
(pensioni) e, incidentalmente, della BCE.
Ma prima, come rappresentazione icastica
della prima BUFALA mondiale, riporto le cifre delle manovre finanziarie varate dai due governi
Berlusconi e Monti. Come si può vedere, in un lasso di tempo equivalente (circa un
anno e mezzo), l’importo totale di quelle di Berlusconi è il quadruplo di quelle
di Monti.
Riepilogo
delle Manovre correttive XVI legislatura (valori cumulati)
-
Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%)
-
Governo Monti-Fornero 63,2 mld (19,2%)
Totale 329,5 mld
(100,0%)
***
Ricostruzione
sintetica delle due BUFALE mondiali Berlusconi-Monti e Sacconi-Fornero
Dopo la crisi
della Grecia, raccomandazione del 30 novembre 2009 dell’Ecofin all’Italia, che dal 2 dicembre successivo viene posta dal Consiglio
Europeo sotto procedura di infrazione per disavanzo eccessivo.
In
data 31.05.2010, per rispondere alla raccomandazione dell’Ecofin (che aveva
dato il termine del 2 giugno 2010) e contrastare il contagio greco ormai
esploso, il Governo Berlusconi vara la prima Manovra straordinaria (DL 78
del 31.5.2010, convertito dalla L. 122 del 30.07.2010), di 62 mld
cumulati a valere per il triennio 2011-13, probabilmente la più scandalosamente iniqua della storia repubblicana. All’art. 12 è prevista la severa
Riforma delle pensioni Sacconi.
Provvedimenti
salienti della Riforma Sacconi del 2010 (DL 78/2010, Legge 122 del 2010 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=):
•
aumento dell’età di pensionamento mediante la sostituzione della «finestra»
fissa Damiano di 4 mesi in media (L. 247/2007) con la «finestra» mobile di 12
mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi, sia per la pensione di
vecchiaia (che passa da 65 a 66 anni o 66 anni e 6 mesi), sia per quella di
anzianità (che passa da 40 a 41 anni o 41 anni e 6 mesi);
•
allungamento da 60 a 65 anni (più ‘finestra’ di 12 mesi), quasi senza
gradualità, per le lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle ai
dipendenti pubblici maschi;
•
modificando il DL 78/2009, art. 22-ter, comma 2, convertito dalla L. 102/2009 (Sacconi),
introduzione dell’adeguamento triennale all’aspettativa di vita a decorrere dal
2014, relativamente alle pensioni di vecchiaia, alle «quote» e all’assegno
sociale. Finora ci
sono stati tre scatti: 3 mesi nel 2013, +4 nel 2016, +5 nel 2019 = 1 anno, dal
1.1.2019, per cui l’età di pensionamento di vecchiaia aumenta da 66 a 67
anni.
Provvedimenti salienti della Riforma Sacconi del 2011
(Legge 15.07.2011, n.
111, e Legge 14.09.2011, n. 148 https://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf:
•
anticipo al 2013 dell’adeguamento all’aspettativa di
vita (DL 98);
•
posticipo ulteriore di 3 mesi per il pensionamento di anzianità (la ‘finestra’
di attesa passa da 41 anni a 41 e 3 mesi per i dipendenti e da 41 anni e 6 mesi
a 41 anni e 9 mesi per gli autonomi), (DL 98);
•
estensione al comparto della scuola e dell’università della «finestra» di 12
mesi e rinvio del
pagamento della buonuscita (DL 138).
Raffaele
Bonanni (CISL) e Luigi Angeletti (UIL) collaborano con i ministri Tremonti e
Sacconi e la presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia alla stesura della
Manovra primaverile, in particolare in materia previdenziale, che vede – pare -
4 versioni man mano peggiorative (il 30 maggio sera, sul sito del Tesoro, la
“finestra” mobile era prevista di 6 mesi).
http://www.repubblica.it/economia/2010/09/04/news/tremonti_l_emergenza_finita_patto_con_l_opposizione_per_l_economia-6747603/
In
data 12.06.2010, manifestazione della CGIL contro la Manovra del 31.5.
http://www.flcgil.it/pagine-web/scioperi-e-manifestazioni/contro-la-manovra-economica-del-governo-manifestazione-nazionale-il-12-giugno-2010-a-roma.flc
In
data 25.06.2010, sciopero generale della CGIL contro la Manovra del 31.5 (CISL
e UIL non scioperano). http://www.flcgil.it/notizie/news/2010/giugno/manovra_economica_cgil_25_giugno_sciopero_generale
In data 18.10.2010,
Angela Merkel e Nicolas Sarkozy si incontrano nella piccola cittadina balneare francese di Deauville.
Questo incontro è commentato dal Governatore Ignazio Visco nel corso della sua
lunga audizione del 19.12.2017 alla Commissione banche. https://www.radioradicale.it/scheda/528725/commissione-parlamentare-di-inchiesta-sul-sistema-bancario-e-finanziario
L’attacco
al debito sovrano italiano (che seguiva a quelli alla Grecia, all’Irlanda, al
Portogallo e alla Spagna) comincia nella primavera 2011 e si accentua nell’estate successiva, con una prima
impennata del differenziale BTP-Bund, poco dopo la comunicazione del
26 luglio - improvvisa, parziale e di fatto manipolatoria del
mercato - della vendita al 30.06.2011 di sette miliardi di titoli di Stato
italiani da parte della Deutsche Bank, degli otto che possedeva l’1.01.2011; ma già
in luglio risaliti da uno a tre miliardi, dato che invece fu tenuto nascosto.
In
data 6.5.2011, sciopero generale della CGIL contro la politica economica del
Governo Berlusconi (CISL e UIL non scioperano). http://www.rsusiaemic.org/archivio/6_5_2011.pdf
http://m.flcgil.it/attualita/sindacato/6-maggio-sciopero-generale-l-occasione-da-non-perdere.flc
In
data 6.07.2011, anticipando a luglio la Manovra di bilancio triennale per far
fronte alle tensioni dei mercati finanziari e su richiesta dell’UE, il Governo
Berlusconi vara la prima Manovra estiva (DL 98 del 6.07.2011, convertito
dalla L. 111 del
15.07.2011), di
82 mld cumulati a valere per il
quadriennio 2011-14). L’art. 18 reca la modifica della Riforma Sacconi:
accelerazione dell’allineamento delle donne del settore privato e anticipo al
2013 della decorrenza dell’adeguamento alla speranza di vita.
Crisi:
Spread Italia vola a 330 punti dopo aste Btp 29 luglio 2011.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/07/28/visualizza_new.html_761113654.html
In
data 5.08.2011, la BCE invia al Governo Berlusconi (e a quello Zapatero, il
quale però la chiude in un cassetto e non ne informa nessuno) una lettera, con
delle prescrizioni precise, tra le quali l’anticipo del pareggio di bilancio
dal 2014 al 2013 e il completamento della severa Riforma Sacconi:
revisione delle pensioni di anzianità (che include le “quote”) e accelerazione
dell’allineamento delle donne del settore privato a tutti gli altri.
In
data 13.08.2011, in risposta alla lettera della BCE, il Governo Berlusconi vara
la seconda Manovra estiva (DL 138 del 13.08.2011, convertito dalla L.
148 del 14.09.2011), di 65 miliardi cumulati dal 2011 al 2014, come
contropartita degli acquisti di titoli di Stato italiani nell’ambito del Securities
Markets Programme (SMP) per cercare di raffreddare lo spread. Il totale delle
tre Manovre è pari a 209 mld cumulati a valere per un quadriennio, ma le misure
strutturali, cioè permanenti, valgono tuttora. Tra le misure del DL 138, c’è
l’anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 chiesto dalla BCE. In materia
di pensioni, viene estesa la “finestra” mobile di 12 mesi al comparto della
scuola e dell’università e rinviato il pagamento della buonuscita.
Il 22.08.2011, cioè nove giorni dopo l’approvazione
della seconda Manovra estiva, la BCE inizia gli acquisti di titoli di Stato
italiani sul mercato secondario, che ammonteranno complessivamente, fino al
febbraio 2012, a un valore nominale di 218 mld, di cui 102,8 mld dell’Italia.
In
data 6.9.2011, sciopero generale della CGIL contro la politica economica del
Governo Berlusconi (CISL e UIL non scioperano).
http://www.flcgil.it/attualita/il-6-settembre-sciopero-generale-un-altra-manovra-economica-e-possibile.flc
Si
registra il declassamento del debito pubblico dell’Italia da parte prima di Standard & Poor’s il 20 settembre e, pochi giorni dopo, di Moody’s il 4
ottobre e di Fitch il 7 ottobre.
Al
Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011 a Bruxelles, sorrisini irridenti in
pubblico di Merkel e Sarkozy all’indirizzo di Berlusconi.
In data 26 ottobre 2011, ultimo giorno del Consiglio
Europeo, prima lettera del Governo italiano all’UE, redatta sotto la
supervisione del ministro della P.A., Renato
Brunetta (Tremonti era in rotta con Berlusconi, col quale si
scambiava accuse di pazzia). Nella lettera c’è il grave errore dell’età di
pensionamento di vecchiaia a 67 anni entro il 2026 (che invece valeva soltanto per le donne del
settore privato), anziché il 2021.
In
data 4.11.2011, il Commissario UE Olli Rehn invia al ministro dell’Economia
Giulio Tremonti, dando per la risposta il termine dell’11 novembre, la
richiesta di 39 chiarimenti sulla lettera del 26.10.2011.
In
data 9 novembre 2011, lo spread
BTP-Bund raggiunge il picco di 574
punti base.
In
data 10.11.2011, io invio una lettera al Commissario Olli Rehn, che aveva
chiesto un’altra Manovra e, forse ingannato dall’errore 2026, ulteriori misure sulle pensioni, tra l’altro
invitandolo a distinguere tra le pensioni di vecchiaia, ormai benchmark
in UE a 67 anni nel 2021, e le pensioni di anzianità, disallineate rispetto
alla media UE.
In
data 11.11.2011 (?), risposta del Governo Berlusconi alla richiesta di 39
chiarimenti, nella quale viene corretto l’errore sulle pensioni ed evidenziato
che l’Italia raggiungerà l’età di pensionamento a 67 anni prima della Germania
e molto prima della Francia.
In
data 12.11.2011, invio una segnalazione ai media e ad alcuni parlamentari circa
l’errore del 2026 in luogo del 2021, a
partire dall’ANSA (ore 20:36), alla quale chiedo di emettere un comunicato.
In
data 16.11.2011, il Governo Berlusconi IV si dimette e viene sostituito dal
Governo Monti.
In
data 22.11.2011, pubblico la notizia del grave errore sulle pensioni nel blog
di Lavinia Rivara su Repubblica, elencando i numerosi destinatari.
In
data 6.12.2011, il Governo d’emergenza Monti vara la sua prima Manovra (DL
201, convertito dalla L. 214 del 22.12.2011), battezzata pomposamente e
infedelmente «salva-Italia», di 63 mld cumulati a
valere per il triennio 2012-14; nelle entrate ci sono i
23,7 mld annui dell’IMU (anticipazione e aggravamento dell’IMU, istituita
dal Governo Berlusconi con il D.lgs. n. 23 del 14.03.2011, e sua reintroduzione
per la prima casa, pari a 4 mld), i quali coprono gran parte del fabbisogno (i
32 mld «lordi» per il 2012 includono 10 mld «restituiti» in sussidi, essenzialmente
sgravi IRAP, e incentivi, ACE-Aiuti alla crescita economica);
all’art. 24 è contemplata la Riforma delle pensioni Fornero, le cui principali
misure sono:
•
metodo contributivo esteso pro-rata a quelli che erano precedentemente esclusi
dalla riforma Dini del 1995 (cioè coloro che nel 1995 avevano già almeno 18
anni di contributi versati), a decorrere dall’1.1.2012 [è la misura della
Riforma Fornero meno incisiva e più sopravvalutata, v. la Relazione tecnica
della legge];
•
aumento di un anno delle pensioni di anzianità, ridenominate «anticipate»,
limitatamente agli uomini (da 41 anni e 3 mesi a 42 anni e 3 mesi);
• abolizione delle cosiddette
«quote» (somma di età anagrafica e anzianità contributiva);
•
accelerazione graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia
delle lavoratrici del settore privato da 60 anni a 65 (più «finestra» mobile di
12 mesi Sacconi-Damiano), per allinearle a tutti gli altri;
•
estensione dell’adeguamento all’aspettativa di vita alle pensioni anticipate e
modifica della sua periodicità da triennale a biennale, dopo quello del 2019
[cioè dal 2022]; ciò è solo un’estensione della misura decisa da Sacconi, ma
quasi tutti (nel mondo) attribuiscono l’adeguamento interamente a Fornero,
alimentando la BUFALA;
•
riduzione da 18 mesi a 12 della «finestra» mobile per i lavoratori autonomi
(equiparandoli, dunque, a tutti gli altri).
NB: La Riforma Fornero
ha opportunamente eliminato la «finestra» mobile di 12 mesi sostituendola con
un allungamento corrispondente dell’età base ed equiparando i lavoratori
autonomi ai lavoratori dipendenti, ma l’allungamento (già recato dalla Riforma
Sacconi) è solo formale. Ed è stato fatto in tre commi diversi (5,
eliminazione ‘finestra’, e 6, aumento età base pensione vecchiaia, o 10,
anticipata) e senza avvertire del legame. Ciò ha ingannato tutti e alimentato
la BUFALA mondiale.
Nel
2012, di fronte alla riduzione delle pensioni del 35% rispetto all’anno
precedente, tutti i mass media decantano gli effetti portentosi della Riforma
Sacconi. Questo è un esempio:
Il Sole 24 ore Crollano
le nuove pensioni. Nei primi nove mesi il 35,5% in meno (e la riforma Fornero
non c'entra) di An. C. - 21
ottobre 2012
In
data 6.7.2012, il Governo Monti vara la seconda Manovra correttiva (DL 95,
convertito dalla L. 135 del 7.08.2012), di 20.326 milioni di spese e 19.680 di
entrate, con un impatto sul fabbisogno di appena 646 mln. Il totale
cumulato delle due Manovre è pari a 63 mld, vale a dire (63 mld contro 209)
meno di 1/3 del Governo Berlusconi in uno stesso lasso di tempo (circa un anno
e mezzo); rispetto al totale della legislatura (330 mld cumulati), appena il 19%
contro l’81% del Governo Berlusconi. Ma tutti attribuiscono erroneamente la
recessione a Monti, che in più è stato molto più equo di Berlusconi (v. IMU,
patrimonialina sui depositi, leggera TTF, modifica dell’iniqua clausola di
salvaguardia tremontiana).
Nel
luglio 2012, nonostante Mario Monti e la Riforma Fornero, lo spread
torna pericolosamente sopra i 500 punti base. Il 26 luglio, Mario Draghi fa la
famosa dichiarazione del «whatever it takes» e, senza spendere un solo Euro, fa
scendere lo spread a rotta di collo.
Dal
2014 (circa), tutti i mass media, dimentichi di ciò che avevano scritto un paio
di anni prima sugli effetti portentosi della Riforma Sacconi, coadiuvati da
noti esperti di previdenza (Giuliano Cazzola, Oscar Giannino, Tito Boeri,
Pietro Garibaldi, Pietro Ichino, Alberto Brambilla), e dalla stessa Elsa Fornero,
che, per varie ragioni, è uno dei principali responsabili della vulgata sulla
sua riforma, cominciano ad alimentare la BUFALA sulla Riforma Fornero, che
prima inganna 60 milioni di Italiani, inclusi gli esperti, e poi diventa
mondiale. Almeno due dei noti esperti citati alimentano la BUFALA scientemente
e lo fanno tuttora. Ma decidano loro se è malafede o ignoranza.
Questo
ne è un esempio (del medesimo Sole 24 Ore):
Cosa prevede la Riforma Fornero
di
Ma.l.C. 20 gennaio 2015
Aumento dell’età pensionistica
Contestualmente la riforma Fornero ha
innalzato l'età pensionistica di uomini e donne, stabilendo i requisiti per la
“pensione di vecchiaia” (in base all’età anagrafica): minimo 20 anni di
contribuzione e 66 anni di età per donne del pubblico impiego e uomini (Pa e
privati), 62 anni per donne del settore privato (poi 66 anni e 3 mesi nel
2018), 63 anni e 6 mesi per donne lavoratrici autonome (che diventeranno
gradualmente 66 anni e 3 mesi nel 2018).
Essi
continuano tuttora, nonostante le mie decine di lettere «circolari».
Ad
essi si aggiungono Maurizio Sacconi e Cesare Damiano. I quali, tra l’altro, in
data 14.7.2017, quando erano presidenti, rispettivamente, delle Commissioni
Lavoro del Senato e della Camera, arrivano a convocare una conferenza stampa in
una sala del Parlamento e distribuiscono un manifesto nel quale attribuiscono
l’adeguamento alla speranza di vita a Fornero (http://www.cesaredamiano.org/2017/07/14/appello-a-parlamento-e-governo-sulleta-pensionabile/). Ma poi,
verbalmente, Sacconi ammette spontaneamente di essere stato lui a introdurlo (http://www.repubblica.it/economia/2017/07/11/news/pensioni_damiano_e_sacconi_contro_gli_adeguamenti_automatici_serve_gradualita_-170550410/).
Due parlamentari e per giunta
presidenti di Commissione parlamentare (Sacconi e Damiano) che, di concerto,
mentono volutamente a un gruppo di giornalisti che hanno convocato in una sala
del Parlamento, allo scopo di propalare una loro notizia scritta falsa contro
una persona (Elsa Fornero, ex ministra) oggetto di insulti e minacce da anni,
provocate in gran parte dalle decisioni da essi medesimi (Sacconi e Damiano)
prese in passato. E forniscono essi stessi la prova testimoniale della falsità
del documento, da essi distribuito in una sala del Parlamento, cioè – come
recita il dizionario Treccani - «dell’organo rappresentativo per eccellenza», a
dei giornalisti, sedicenti cani da guardia contro l’illegalità. Dovrebbe
scoppiare uno scandalo. Ed invece, come avviene da otto anni in questo
stranissimo caso della Riforma delle pensioni Fornero (e delle Manovre
finanziarie di Monti), neppure questa volta succede nulla.
In
conclusione gli esodati. Scrive in merito ad essi la professoressa Elsa
Fornero nel suo libro già citato, evidenziando la carenza dei dati (non era
infatti prevista la comunicazione a Roma di tutti gli accordi di
prepensionamento):
«Le recriminazioni
riguardarono principalmente l’assenza di un periodo di transizione, il che
esasperò la questione degli “esodati”, nata essenzialmente per la mancanza di
dati attendibili (come fu chiaro, purtroppo, a riforma approvata) ma cresciuta
a dismisura anche per effetto di una cinica strumentalizzazione politica.»
Il numero degli esodati fu prima sottostimato (la
prima salvaguardia riguardò 65.000 persone, cioè prudenzialmente 15 mila in più
dei 50 mila stimati inizialmente dalla burocrazia, cfr. la relazione tecnica
della L. 214/2011) e poi sovrastimato dalla stessa burocrazia di RGS e INPS,
che, nell’arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, «ridetermina il numero massimo degli
esodati a 153.389 soggetti»,
contro una stima rettificata di 389.200, cioè a meno della metà della nuova
stima.
Inoltre,
la questione esodati fu aggravata dalle precedenti norme Sacconi; ed ampliata dall’allargamento delle maglie dei
criteri per essere classificato esodato.
Infine,
anche la Riforma Sacconi ha avuto i suoi esodati, almeno diecimila persone (cfr. il DL 78/2010, L. 122/2010, art.
12, comma 6), ma sono stati
anch’essi imputati alla Riforma Fornero. A questi si potrebbero aggiungere
migliaia di pensionandi inattivi, ma non esclusi dall’applicazione delle nuove
norme Sacconi.
I numeri, dunque, danno ragione alla ex ministra
Fornero sulla sua accusa al Centrodestra di avere orchestrato una «cinica strumentalizzazione
politica». Se, infatti, dal totale di 153.000 sottraiamo i 10.000 di Sacconi e
i 65.000 della previsione iniziale (per la quale era stata prevista la
copertura finanziaria), residuano non le centinaia di migliaia di cui tutti
cianciano, ma appena 78.000 unità di esodati «forneriani» classificati tali con
griglie larghe, non subito sanabili. Davvero poca cosa, considerato lo scandalo
montato ad arte dal Centrodestra, proporzionale alla sua lunghissima coda di
paglia, che perdura dopo otto anni e forse resterà nei secoli a venire, appetto
al silenzio assordante (o quasi) che è seguito alle decine di migliaia di
esodati «sacconiani».
Post collegato:
LA RIFORMA DELLE
PENSIONI FORNERO È UNA BUFALA MONDIALE
https://vincesko.blogspot.com/2021/10/la-riforma-delle-pensioni-fornero-e-una.html
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Per chi non ama i libri troppo lunghi, riporto il seguente link ai singoli saggi (cartacei ed ebook), integrati da altri capitoli:
I miei 4 saggi sulle tre BUFALE mondiali “Berlusconi-Monti”,
“Sacconi-Fornero” e “Draghi-Yellen”.
https://www.amazon.it/Libri-Vincenzo-Battipaglia/s?rh=n%3A411663031%2Cp_27%3AVincenzo+Battipaglia